L’amore non avrà mai fine
Mc 10,2-16 – XXVII domenica dell’ordinario – (6 ottobre 2024)
Questo è un passo del Vangelo che è difficile non leggere come un giudizio, soprattutto quando si è divorziati. Perché questo passo, come altri testi biblici, è spesso utilizzato per giustificare dei punti di vista. Condannare persone o difendere posizioni della Chiesa. Il ripudio della moglie è consentito, ma non è una buona cosa. Ciò pone un problema, ed è per questo che i farisei vengono a interrogare Gesù. Se qualcosa è permesso, ma allo stesso tempo è un
fallimento, come possiamo conviverci? Come far rimare la benedizione ricevuta con il fallimento sperimentato?
In realtà, il verbo greco apolusai, reso con “ripudiare”, significa più semplicemente e meno duramente “allontanare”, “lasciare andare”, “rimandarla” ai genitori. Allo stesso modo, nella risposta di Gesù non si parla di “atto di ripudio” e tanto meno di “divorzio” ma di “atto di separazione (apostasiou)”, stare lontano, allontanarsi. Pertanto, questo passaggio non parla del divorzio come lo si intende e lo si pratica oggi: una decisione presa da due parti in condizioni di parità e di libertà. Qui si tratta del diritto mosaico del marito di mandare via la moglie con una lettera di separazione.
Se la lettera di separazione esiste, serve a tutelare lo status della donna, la posizione più debole in fondo alla gerarchia. La parola di Gesù che vieta l’allontanamento della donna da parte dell’uomo è anzitutto una parola di giustizia nei confronti della donna. “È per la durezza del vostro cuore” nei confronti della donna, per la vostra ostinazione, che questo comando esiste, dice Gesù ai farisei. “La durezza di cuore”, (sklerokardia) traduce in greco ciò che nell’ebraico era “incirconcisione di cuore”. L’incirconcisione significava essere pagani nel cuore, essere distanti dall’Alleanza con Dio e contraddirla.
Qual è stata la volontà di Dio quando creò l’uomo e la donna? Voleva che fossero uniti, che diventassero “una carne sola”. E aggiunge: “L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto”. Tradotto con più precisione: “Ciò che dunque Dio ha unito sotto lo stesso giogo, l’uomo non lo separi!” (Bibbia Einaudi). “Sotto lo stesso giogo”, l’espressione resa dal latino coniugare, con-iugare, essere sotto lo stesso iugum, lo stesso giogo. È qui espressa l’alleanza tra un uomo e una donna, segno dell’alleanza con Dio con il suo popolo. Il Vangelo fornisce un orizzonte, non un modo per restare sulla strada giusta.
La realtà per noi, e per Gesù, è che le coppie si separano, che i figli possono separarsi dai genitori, o i fratelli e le sorelle tra loro… Questa è la realtà, dobbiamo affrontarla. A volte non c’è altra strada che la separazione per proteggere le persone più deboli. Ma non è questo che Dio vuole per noi. Lo scopo della creazione è l’alleanza, quella che esiste con Dio e quella che esiste tra gli esseri umani. Se Gesù si mostra esigente è perché l’amore è sempre esigente, talmente esigente da saper essere compassione di fronte alla fragilità dei nostri amori.
Le nostre storie d’amore potranno anche fallire, ma anche se fallito nessun frammento d’amore perderà mai valore agli occhi di Dio. “L’amore non avrà mai fine” (1Cor 13,8)
Goffredo Boselli