La Pasqua di Cristo è fuoco che arde
Veglia Pasquale (19 aprile 2025)
Fr. Goffredo Boselli, monaco della Madia
Il gesto che dà inizio alla Veglia pasquale è l’accensione del fuoco, quasi a dire che la risurrezione di Cristo non è un rito da compiere ma un fuoco da accendere. La comunità riunita attorno al fuoco all’inizio della Veglia ha dunque davanti a sé non solo un simbolo archetipo dell’uomo, ma anche una delle realtà più intense ed evocative con la quale Gesù ha raccontato sé stesso come persona divorata da un fuoco interiore, esprimendo quella grande passione che per tutta la vita è stata l’origine delle sue parole e dei suoi gesti. Il suo compito sulla terra è stato quello di seminare il seme del fuoco che è la parola di Dio, un fuoco che brucia nel cuore di ogni essere vivente. “Come vorrei che fosse già acceso”; con la sua morte in croce e la sua risurrezione Gesù ha acceso quel fuoco che con la sua persona era venuto a portare, che altro non è che il suo Vangelo. Il fuoco della Veglia è il fuoco del Vangelo e la Pasqua di Cristo è un incendio del mondo, non per bruciarlo ma per farlo ardere di amore!
“Luce di Cristo” e l’acclamazione dell’assemblea “Rendiamo grazie a Dio” in un grido di gioia, un canto di benedizione, un suono di vittoria. Questo è un momento intenso e altamente simbolico: il grido “Luce di Cristo” squarcia il silenzio come la fiamma del cero pasquale squarcia la tenebra. La fiamma di un cero elevato nel buio della notte è il simbolo di “Cristo luce del mondo”, ed ecco raffigurata l’essenza della fede cristiana e il suo paradosso: la luce di Cristo che risorge e disperde le tenebre nel cuore del mondo è come la debole e discreta luce della fiamma di una candela. Il simbolo della fiamma del cero pasquale elevato e per tre volte acclamato, annuncia che luce di Cristo non è splendore che abbaglia, verità che acceca e umilia, perché non ha la forza sorda dell’evidenza che si impone da sé, ma la mitezza di una fiamma di luce e calore e che per la sua fragilità va custodita e protetta.
Ma la fiamma del cero pasquale non resta l’unica fiamma, sola e irripetibile, perché tutti presenti accendono la loro candela da quella fiamma e la luce del cero pasquale si estende a poco a poco alle candele, a significare che ogni credente riceve la luce di Cristo, la porta tra le sue mani e la custodisce. Nel giorno del battesimo a ciascuno è data una candela che viene accesa al cero pasquale. Il giorno del battesimo nasciamo alla fede con la fiamma di
una candela in mano.