Domenica 6 aprile la Casa della Madia ha accolto il prof. Mauro Ceruti ordinario di Filosofia della scienza all’Università IULM di Milano, tra i pionieri dell’elaborazione del pensiero complesso. Ceruti è uno dei principali discepoli del grande filosofo e intellettuale francese Edgar Morin, che di lui ha scritto: “Mauro Ceruti è uno dei rari pensatori del nostro tempo ad aver compreso e raccolto la sfida che ci pone la complessità dei nostri esseri e del nostro mondo”.
Con il pubblico presente Ceruti ha condiviso i risultati della sua ricerca filosofia nel campo della filosofia della scienza, volta anche a leggere e interpretare non solo il tempo presente, ma i giorni e le ore. “Stiamo vivendo – ha esordito il filosofo – ore tragiche, drammatiche della nostra storia. Ore che ci fanno apparire un’illusione la pace. La drammaticità di queste nostre ore sta nel fatto che di fronte a grandissimi pericoli che si possono abbattere sulle nostre vite aumenta l’indifferenza, l’insensibilità rispetto alla barbarie dei nostri giorni”.
Ceruti ha osservato come siamo di fronte a una condizione paradossale: viviamo in un mondo sempre più complesso, nel quale tutto è connesso e all’interno del quale, tuttavia, si producono drammatiche disgregazioni. Domina un paradigma di “semplificazione”, che ci separa illusoriamente dalla natura, ci richiude nei confini nazionali, frammenta i saperi, irrigidisce le identità.
Nella ripresa pomeridiana Ceruti si è soffermato sulla necessità di cambiare paradigma per apprendere ad abitare la complessità è la sfida del XXI secolo. Raccogliere questa sfida significa ripensare le attività umane fondamentali: la cura, l’educazione, il governo. A conclusione del suo intervento, e prima di avviare il confronto con i presenti, Ceruti ha proposto una stimolante riflessione sulla fraternità.
Fr. Enzo Bianchi ha concluso la giornata osservando come “tutti voi avete potuto costatare che le parole di Mauro Ceruti aiutino a capire i cammini di umanità e soprattutto a discernere le posture da avere nel quotidiano. Io lo ringrazio molto per la consonanza con lui che c’è da molti anni e che oggi si conferma. Spero che lui non solo torni ma che si possano anche fare cammini insieme, perché questo è un momento nel quale dobbiamo fare resistenza alla barbarie”.