Maria madre nel silenzio
Lc 2,16-21 – Maria Madre di Dio – (1° gennaio 2025)
I pastori ai quali è stata annunciata “una grade gioia” (Lc 2,10), fanno obbedienza alla parola dell’angelo e si recano senza indugio e “trovano Maria, Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia”. I pastori vedono il bambino adagiato nella greppia che è la rastrelliera che nelle stalle sovrasta la mangiatoia vera e propria e in cui si mette il fieno o la paglia per nutrimento dei buoi o dei cavalli. Lì Maria aveva posto il bambino, secondo il racconto di Luca, “lo avvolse in fasce e lo pose nella mangiatoia”. La nascita di Gesù era avvenuta nel silenzio, senza una parola, perché quelli che compie Maria sono gesti che non hanno bisogno di essere nominati. Il gesto di coprirlo è il primo gesto di cura materna. Il secondo è quello di adagiarlo in un luogo, un gesto nel quale ci è permesso di vedere anche un atto di spossesso da parte della madre di quella vita appena nata, di originaria donazione di quel corpo. Un corpo nato per essere donato. Maria non lo tiene gelosamente solo per sé, non lo nasconde ma lo adagia nella mangiatoia, un gesto che permette ai pastori di trovarlo, di vederlo. Questo è quello che fanno i pastori, nient’altro: lo trovano e lo vedono, ed è loro possibile perché Maria lo ha deposto. Maria avvolge in fasce e depone quel corpo appena nato come un giorno quel corpo morto sarà avvolto in un tessuto e deposto dalla croce. Nella Pietà, la tradizione artistica lo ha rappresentato deposto tra le sue braccia.
Ai pastori, ritenuti impuri dalle autorità religiose ai quali è vietato ascoltare la parola di Dio, a loro è donato per grazia di vederla e di contemplarla fatta carne. Così, dopo aver udito e dopo aver veduto con i loro occhi quello che era fin da principio, dopo aver contemplato il Verbo della vita, poiché la vita si è fatta visibile, ora i pastori lo annunciano (cf. 1Gv 1,1-3). “Tutti quello che udirono si stupirono delle cose dette dai pastori”. Maria, invece “custodisce tutte queste cose meditandole nel suo cuore”. Mentre dopo la profezia di Elisabetta che la proclama “la Madre del mio Signore”, Maria intona il Magnificat cantato le cose grandi che il Potente ha fatto in lei, qui tace, fa silenzio. Nel Magnificat ha proclamato la Parola ora le custodisce, le medita e le mette a confronto nel suo cuore, per dimorare nella Parola. Anche il credente di fronte al mistero della Parola fatta carne se non arriva a questo silenzio non potrà mai dimorare nella parola di Dio.
Maria che ha avvolto in fasce il figlio di Dio ora avvolge nel silenzio ogni evento e in questo modo avvolge nel silenzio anche la sua persona, il suo essere credente e il suo ruolo di madre del Signore. Come farà Giovanni il Battista Maria diminuisce per lasciare crescere colui che sarà chiamato a occuparsi delle cose del Padre suo e che riconoscere come madre, fratello e sorella chi ascolta la Parola e la mette in pratica.
È importante questo silenzio di Maria di fronte alla Parola fatta carne, perché se non c’è questo silenzio il nostro accostarsi alla Parola è alla fine ripiegamento su noi stessi. Accostarsi alla Parola mantenendo i nostri pensieri significa appropriarsi della Parola, soffocarla nelle nostre parole, incapaci di custodire la Parola meditandola nel cuore. Se i pastori se ne tornano lodando e glorificando Dio mentre Maria rimane come rimarrà con il discepolo amato sotto la croce anche lì, come alla nascita così alla morte, in silenzio “custodiva tutte queste cose meditandola nel suo cuore”.
Goffredo Boselli